È il 2 dicembre quando alla Cappella Pilotti di Volvera si incontrano Astelav e il Sermig. La prima, azienda di Vinovo originariamente fondata da Riccardo Bertolino nel 1946 col nome di Riber, che opera nel settore ricambistico di elettrodomestici; ha l’imprenditorialità ma manca di forza lavoro da integrare. Il secondo, conosciuto come Servizio Missionari Giovani, fondato da Ernesto Olivero nel 1964 a Torino e operante nell’Arsenale della Pace, aiuta giovani talentuosi a forgiare il proprio destino ma necessita di una visione imprenditoriale d’ampio respiro.
Anche le rispettive date di fondazione, ‘64-’46, sembrano rivelare la mano invisibile che muove i fili del destino che hanno portato queste due realtà complementari a ritrovarsi.
Astelav e Sermig uniscono le forze dando vita a ri-generation, la visione — o sarebbe più corretto dire la “previsione” — dei fondatori, sensibili alle tematiche di giustizia e solidarietà, a dare una speranza ai meno abbienti, agli sfollati, alle persone in fuga, e a promuovere la pace attraverso il lavoro nobilitante che solo un ambiente veramente meritocratico può tutelare.
Anni di studio, di preghiere, di telefonate vengono ripagati. I ragazzi del Sermig trovano un’occupazione solida che permette loro di lavorare e avere una dignità come quella che ogni uomo e donna dovrebbero avere; i banconi da lavoro di ri-generation si popolano di gente entusiasta che opera sapendo di contribuire a qualcosa di positivo. Un ambiente che per loro diviene presto sinonimo di casa. Di amicizia. Di sicurezze.
L’Economia Circolare promossa da questa unione è autentica: genera lavoro, alimenta i cuori, riduce i costi ambientali formando tecnici di rilievo in un ambito ancora giovane e garantisce un sistema in cui tutto questo produce qualità, benessere di vita, prodotti a prezzi accessibili per tutti. Se i miracoli non esistono, ciò che è avvenuto grazie a questa sinergia ci si avvicina di molto.
Rumore di voci si ode dall’Associazione CNOS-FAP Valdocco, la Pastorale Giovanile Salesiana di Torino. Si lavora duramente: i ragazzi che arrivano all’Associazione fuggono da situazioni estremamente difficili e complesse, lottano per la vita, e non di rado si abbattono.
Lo sconforto della difficoltà prende il sopravvento, nessuno tende una mano per aiutare fino a che non giungono dai Salesiani. Trovano così nuova speranza, proprio come i ragazzi e le ragazze del Sermig: giovani madri, piccoli grandi uomini, bambine il cui unico sogno è avere acqua pulita e un tetto sulla testa. Sorridono quando viene offerto loro aiuto: insperato e tanto anelato, così tanto da sembrare irraggiungibile e immeritato.
E questi ragazzi lottano, con tutto il loro spirito, per ripagare l’ospitalità e la fiducia: si danno da fare rimboccandosi le maniche e lavorando sodo quando viene offerta loro la possibilità di migliorare le proprie capacità all’interno del ri-generation Lab, il laboratorio di rigenerazione.
Latrati metallici si sentono in lontananza, quelli delle lavatrici a cui viene sostituito il telaio, quello dei quadri elettrici in funzione, degli attrezzi che plasmano la materia degli elettrodomestici aggiungedovi del proprio: quello spirito di riconoscenza e gioia tipico di chi ha visto il fondo più nero ed è risalito dall’abisso per vivere, vivere e aiutare gli altri a vivere meglio, a rigenerarsi.
Il ri-generation Lab è ora una realtà tangibile, un percorso accademico e scolastico che forma i tecnici e gli artigiani del Domani sposando la filosofia di chi si è battuto per far sì che tutto ciò avvenisse. Persone coraggiose e in anticipo sui propri tempi come Riccardo ed Ernesto.
Ciò che si rigenera veramente è il cuore delle persone, lo si scorge dai sorrisi raggianti con cui ti accolgono quando li osservi lavorare con passione.
Perché ri-generation, costantemente in dialogo con le realtà a lei più affini lavora per rigenerare il pianeta e chi lo abita. La generazione ri.
